Dott.ssa Erika Rossi

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Quando domani chiuderò lo studio, avrò esercitato la professione di Dietista per 2725 giorni. Sarà il lavoro che avrò svolto, per adesso, per il tempo maggiore e sarà anche il lavoro più ricco di soddisfazioni. Ho seguito più di quattrocento persone in questi sette anni e mezzo, dagli ultraottantenni alle bambine e ai bambini della scuola primaria, persone nate in Italia o arrivate da vari paesi: Albania, Cina, Iran, Romania, Marocco, Nigeria, Pakistan.

Quello che mi è piaciuto di più è stato ascoltarvi e veder fiorire in voi le risposte. Ascoltare le vostre difficoltà, le vostre proposte di soluzioni, gioire per i vostri successi è stata per me una gioia.

Al secondo posto, mi ha appassionato spiegare la Dieta Mediterranea, declinarla per ognuno di voi in modo che fosse facilmente vivibile, anche nei nostri giorni spesso frenetici. Ricordo che “La Dieta Mediterranea è considerata da tutto il mondo scientifico come il modello alimentare in grado di prevenire le malattie non trasmissibili. (…) Inoltre, la Dieta Mediterranea è attualmente ritenuta l’esempio di dieta sostenibile.” – CREA, Linee guida per una sana alimentazione, 2017, pag. 1098”.

Due concetti ho fatto miei grazie a voi e li condivido in sintesi: la relazione e il limite. Io credo fortemente che il cibo non sia un oggetto, ma una relazione: con l’agricoltore o l’allevatore, con l’animale che è diventato cibo o ha fornito latte o uova, con gli alberi e gli ortaggi e i cereali. È una relazione con chi il cibo lo vende, nel caso ci sia un intermediario, è una relazione con chi lo cucina o la ha cucinato per noi o con coloro per cui lo cuciniamo. Vediamo e curiamo le relazioni e sapremo riconoscere il cibo buono.

L’altro concetto è il limite. Il nostro pianeta è limitato (ha dei confini) e noi siamo limitati nel tempo (moriremo) e nello spazio (siamo in un solo posto per volta). Parliamo di noi. Nella mia esperienza nessuno ama i limiti e facciamo di tutto per provare a sbarazzarcene, tra cui, a volte, mangiare senza misura. Cerchiamo di far pace con i limiti; di più, proviamo ad apprezzarli e a darci delle regole conseguenti.

Chiedo scusa a coloro che non hanno trovato in me l’accoglienza o la competenza che desideravano.

Concludo ringraziando tutti i colleghi degli Studi Medici, ma soprattutto ringraziando tutti voi pazienti. Proprio tutti. È stato un onore per me far parte della vostra vita per un piccolo tratto e vi ho trovato tutti bellissimi nella vostra unicità.

Se avrete un dubbio che potremo risolvere telefonicamente, sarò ben lieta di aiutarvi. Poi, se mai andrò in pensione, non escludo di tornare ad esercitare la professione di Dietista. Rimarrò comunque iscritta all’ordine e, quindi, aggiornata.

 

Auguro a tutti noi di essere davvero noi stessi, rialzandoci sempre e prendendo in mano con fiducia ogni singolo giorno della nostra vita.

Buona vita

 

P. S. La foto è la mia piantina adenium obesum in fiore


Dott.ssa Erika Rossi
22 dicembre 2023
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Buongiorno a tutti 😀

Prossimi alla conclusione dell’anno, ci tengo a ricordare alcune situazioni belle che il mio lavoro mi ha consentito di vivere e per le quali ringrazio. Ne ricordo soltanto tre, per motivi di sintesi.

  1. Quest’anno ho seguito e sto seguendo coppie meravigliose: affiatate, ironiche, gentili. Direttamente in studio capita che si punzecchino, perché magari uno ha perso più peso dell’altro/a e poi, magari, si difendono (come se ce ne fosse bisogno!) a vicenda se uno/a ha perso poco (secondo i loro parametri) peso. Squadre vincenti!
  2. Ho assistito a tante prove di tenacia, in uomini e donne di ogni età. Cambiare stile di vita non è facile, la vita non è facile e può succedere che quando noi ci decidiamo a seguire un percorso e nella nostra mente pianifichiamo tutto… zac! Ecco l’imprevisto che manda tutto all’aria! A questo punto, si può abbandonare o resistere. Ecco, in questo anno ho visto molta tenacia, forza e costanza: ragazze che coniugano studio all’università, vita sociale e un piano alimentare; nonne che cucinano piatti diversi per figli, generi, nipoti e ancora un’altra opzione per loro stesse; uomini che assistono moglie e parenti con difficoltà e hanno anche le energie per pensare al loro menù.
  3. Infine, ma non per importanza, un pensiero speciale agli under 18: bambine e ragazzi/e meravigliosi! E molto amati dai genitori.

Concludo, quindi, augurando a tutte le coppie di amarsi ancora di più, a tutti di trovare forza e costanza di fronte alle prove della vita, a tutti i bambini del mondo di essere amati come quelli che seguo io! 🙂


Dott.ssa Erika Rossi
10 febbraio 2023
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Oggi parliamo di legumi!

Come sanno i miei pazienti, nei miei piani di trattamento dietetico i legumi hanno una frequenza settimanale che li rende protagonisti (tant’è che alcuni mi chiedono uno “sconto”: posso mangiare i legumi una volta in meno a settimana? 😉 ). D’altronde i legumi sono alla base della piramide della Dieta Mediterranea (che prevede il consumo di almeno 2 porzioni di legumi a settimana).

Il 10 febbraio di ogni anno celebriamo la Giornata mondiale dei legumi (promossa dalla Fao), quest’anno il tema è: I legumi per un futuro sostenibile.

Infatti, le leguminose – ceci, fagioli, piselli, lenticchie, ma anche molti altri! – hanno un impatto idrico e ambientale molto basso, e sono anche azotofissatrici, ovvero hanno la capacità di fissare l’azoto atmosferico nel terreno, fertilizzandolo naturalmente.

Oltre ad apportare un beneficio alla nostra salute tramite un positivo impatto sulla salute del pianeta, apportano anche vantaggi molto diretti (che può succedere troviamo più interessanti) alla nostra salute. Secondo la FAO, i legumi apportano 10 fondamentali benefici, approfondiamoli insieme. I legumi:

  1. Hanno un basso contenuto di grassi e non contengono colesterolo, quindi, il loro consumo, in sostituzione di alimenti ricchi di acidi grassi saturi, aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
  2. Hanno un basso contenuto di sodio (e il cloruro di sodio, cioè il sale, è coinvolto nella regolazione della pressione arteriosa). Se li acquisti già cotti, sciacquali bene prima di mangiarli.
  3. Sono una fonte di proteine vegetali e, mangiandoli insieme a cereali (riso, pane, pasta di grano…), si crea un apporto proteico paragonabile a quello dei prodotti di origine animale.
  4. Sono una buona fonte di ferro (indispensabile per il trasporto e l’utilizzazione dell’ossigeno nell’organismo e per il funzionamento di molti enzimi). Puoi migliorarne l’assorbimento abbinandoli ad alimenti contenenti vitamina C (es. succo di limone).
  5. Sono una fonte di potassio, che ha un ruolo fondamentale in molti processi fisiologici.
  6. Sono ricchi in fibra, che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (e non solo).
  7. Sono un’ottima fonte di folati, che sono fondamentali durante la gravidanza per prevenire i difetti del tubo neurale nel neonato.
  8. Possono essere conservati per lungo tempo senza perdere le loro caratteristiche nutrizionali, aiutando così ad adottare una dieta varia, soprattutto per i paesi più poveri.
  9. Hanno un basso indice glicemico, aiutando così a regolarizzare la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) e quella dell’insulina, rendendoli ideali per il controllo del peso.
  10. Sono naturalmente privi di glutine, questo li rende un’ottima opzione per i celiaci.

Non ci resta che andare a preparare una bella… pasta e fagioli!

A presto 🙂


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Per raggiungere lo studio (all’interno degli Studi Medici dell’Associazione Prato Sud, in via Fosso del Masi 110/112), puoi parcheggiare in via Fosso del Masi (e girare a piedi dietro la farmacia) oppure in via Como (in questo caso, ti troverai di fronte all’ingresso degli Studi Medici) oppure in altre vie limitrofe (più cammini e meglio è!).

 

I prezzi fino al 31 dicembre 2024 sono:

  • Prima visita (valutazione nutrizionale) 69€;
  • Seconda visita (consegna e spiegazione accurata del piano di trattamento dietetico) 69€;
  • Incontri successivi (monitoraggio e rivalutazione nutrizionale) 48€.
Puoi pagare con carta, bancomat, bonifico.
Alla prima visita porta con te:
  1. le tue analisi del sangue recenti,
  2. eventuali altri accertamenti diagnostici pertinenti,
  3. la lista dei farmaci che stai assumendo.

Agli incontri di monitoraggio ricordati di portare con te la tua cartellina.

Tempistica:
  • Tra la prima (valutazione nutrizionale) e la seconda visita (consegna e spiegazione accurata del piano di trattamento dietetico) trascorre una settimana.
  • Il primo incontro di monitoraggio, generalmente, è fissato due settimane dopo la seconda visita.
  • Gli incontri di monitoraggio successivi, a meno di difficoltà riscontrate nel progredire o a meno di accordi diversi, si svolgeranno ogni quattro settimane fino al raggiungimento dell’obiettivo finale concordato.
  • In caso di presenza di obesità, essendo l’obesità una malattia cronica, è necessaria una continua supervisione per prevenire il recupero di peso. Durante la fase di mantenimento un monitoraggio adeguato dovrebbe prevedere una frequenza degli incontri di una visita ogni tre-quattro mesi.
A presto! 🙂

Dott.ssa Erika Rossi
14 dicembre 2021
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Il 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione.

Ne parlo volutamente settimane dopo: a volte c’è il rischio che il susseguirsi di Giornate dedicate a temi differenti, invece che spingerci ad un approfondimento ed a una riflessione su più campi, si tramuti nell’ennesimo scarto, in questo caso uno scarto di informazioni.

Quest’anno ASAND e la Commissione di Albo Nazionale Dietisti, con il patrocinio della Federazione Nazionale degli Ordini TSRM PSTRP, hanno predisposto un’infografica che condivido volentieri.

Si inizia sottolineando quattro dati:

  1. Quasi il 40% delle popolazione mondiale, cioè 4 persone ogni 10, non può permettersi una dieta sana.
  2. La pandemia da CoViD-19 ha esacerbato le diseguaglianze ed aumentato il divario economico tra i paesi nel mondo, ma anche all’interno degli stessi paesi. Sono aumentate le persone che soffrono la fame. Anche in Italia: “Famiglie monoreddito, lavoratori precari, madri sole, anziani. Sono loro i «nuovi poveri» figli della pandemia, aumentati in modo esponenziale nell’ultimo anno e mezzo. Uomini e donne, in prevalenza italiani con un’età compresa fra i 36 e i 50 anni, costretti per la prima volta a bussare alle porte della Comunità di Sant’Egidio per chiedere aiuto”.
  3. Ci sono nel mondo 2 miliardi di adulti sovrappeso od obesi. Si stima che il loro costo per i sistemi sanitari sia di 1 trilione di dollari.
  4. Il 14% della produzione alimentare alimentare va persa o sprecata nelle diverse fasi della filiera comprese tra il raccolto e la vendita al dettaglio. Tra l’8 ed il 10% delle emissioni di gas serra sono associate alla produzione di cibo che non verrà mai consumato.

Dovremmo rispondere con scelte alimentari e di consumo sostenibili. Cosa si intende per sostenibile? Se cerchiamo sul dizionario, scopriamo che sostenibile è un aggettivo che deriva dal verbo sostenere che come primo significato ha quello di “Tenere sollevata una cosa o una persona sopportandone il peso dal di sotto (…). Sorreggere, tenere sollevato o sospeso (…), sorreggere una cosa o una persona perché non cada” (Treccani, Vocabolario on line).

Fare scelte sostenibili vuol dire prima di tutto riconoscerci abitanti di un mondo insieme ad altre creature viventi e coltivare il desiderio di avere un ruolo bello in questo percorso insieme per sorreggerci a vicenda, con i fratelli e le sorelle, gli altri animali, le piante, affinché nessuno cada. Possiamo fare ogni giorno scelte sostenibili, proprio a partire dalle piccole azioni quotidiane, che ripetute ogni giorno hanno un peso importante. Un’azione che almeno il 60% della popolazione mondiale può compiere ogni giorno è quella di mangiare.

In relazione a questo, uno dei passaggi che mi piace particolarmente di questa infografica è quello dove si scrive che “il consumo eccessivo di cibo favorisce gli sprechi ed aumenta i costi sanitari”. In vista delle prossime feste e ogni giorno ricordiamoci che, dal punto di vista alimentare, la prima scelta sostenibile, nel caso si abbia un peso eccessivo, è quella di mangiare di meno e, qualsiasi peso si abbia, mangiare meglio.

Un’altra azione importante che compiamo spesso è quella di fare la spesa: controlliamo le etichette alimentari e preferiamo alimenti prodotti nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori. Le nostre scelte influenzano le politiche, l’economia e quindi i sistemi agroalimentari.

A Natale regaliamoci scelte semplici e gratuite di reciprocità responsabile!


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Buongiorno! 🙂

Parliamo di metabolismo basale. Cos’è?

Il metabolismo basale corrisponde all’energia necessaria in condizioni “di base” a preservare… noi! Cioè le nostre funzioni vitali (attività cardiocircolatoria, respirazione, termoregolazione, funzionamento del sistema nervoso centrale ecc.).

Consideriamo tutta l’energia che utilizziamo in un giorno: il 55-70% lo consumiamo per mantenere il metabolismo basale. Quindi più della metà delle calorie che bruciamo la bruciamo per alimentare il nostro metabolismo basale. E questo 55-70% com’è distribuito? Fegato, cervello, cuore e reni la fanno da padroni, col cervello che si classifica al secondo posto dopo il fegato per il maggior consumo, mentre il metabolismo dei muscoli scheletrici (quelli inseriti direttamente sulle ossa e responsabili del movimento) richiede circa il 20-25% dell’energia. La conclusione è: per bruciare calorie usiamo il cervello e “aumentiamo” i muscoli allenandoli! 😉


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Oggi parliamo di cicerchia.

La cicerchia è un legume, quella coltivata in Umbria è riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT). I PAT, come stabilito nel DECRETO 8 settembre 1999, n. 350, sono dei prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, per un periodo non inferiore ai venticinque anni.

La cicerchia prima era un legume più conosciuto e consumato con maggiore frequenza, io vi propongo questa semplice e gustosa ricetta che ha creato Franceschina:

Ingredienti per una persona:

  1. cicerchia decorticata: 50 g (pesata cruda)
  2. pane integrale senza sale: 50 g
  3. carota, sedano, cipolla, rosmarino: quanto basta
  4. due pomodorini
  5. un cucchiaio di olio extravergine di oliva

Procedimento:

Lavate bene la cicerchia sotto l’acqua corrente; preparate un battuto di sedano, carota e cipolla. Mettete tutto in una pentola con un po’ d’acqua, due pomodorini e un po’ di rosmarino. Fate cuocere per circa 20 minuti e nel frattempo tagliate e tostate il pane (in questo caso il pane è preparato direttamente dalla cuoca!). Mettete la cicerchia nel piatto, adagiatevi sopra i crostini di pane e condite con l’olio extra vergine di oliva.

Se a questo aggiungete una porzione di verdura di stagione, avrete un pasto gustoso, sano (i legumi abbinati ai cereali sono un’ottima fonte di proteine; inoltre sono ricchi di fibre, quindi sono più sazianti e mantengono più a lungo il senso di sazietà, infine, hanno un medio effetto lassativo) e anche amico del clima (per esempio, in questo pasto non avrete consumato carne da allevamenti intensivi).

Buon appetito! 🙂

 



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Gabriele, un amico della palestra, un bravo cuoco, mi ha inviato la foto di un piatto da lui cucinato chiedendomi se lo conoscevo: la vignarola romana. ❓

Sono andata a cercare online, la Treccani spiega: Nome laziale di una vivanda di verdure primaverili molto appetitosa… ❗ Ho chiesto a Gabriele la sua ricetta per poterla proporre ai pazienti in questo periodo. Ve la riporto:

➡ “Gli ingredienti per la ricetta sono :
  • Un bel cipollotto,
  • carciofi (mammole, se non ci sono, va bene il carciofo comune nostro),
  • piselli freschi di stagione,
  • fave,
  • lattuga romana,
  • basilico fresco e mentuccia,
  • sale,
  • pepe,
  • olio extravergine di oliva. I romani ci mettono il guanciale all’inizio facendolo sudare e adoperano i suoi grassi invece dell’olio extravergine di oliva.

Procedimento:

Si comincia sbucciando i piselli e le fave. Vi ricordo che in cucina non si butta via niente, per cui i baccelli dei piselli, tolte le punte e lavati per bene, si mettono in una pentola con acqua, così come gli scarti del cipollotto, e le foglie dei carciofi, quelle esterne e le punte, e ci si fa un bel brodo che servirà per bagnare la nostra vignarola. Dopo i piselli e le fave, si puliscono i carciofi,  si tagliano a julienne e si mettono in acqua acidulata con del limone. Si lava la lattuga per bene.

A questo punto si comincia a cucinare. Il cipollotto, tagliato a rondelle fini, lo si fa sudare in un tegame (di coccio possibilmente) con 6 cucchiai di olio extravergine di oliva poi si aggiungono i carciofi e si bagnano col brodo (di cui abbiamo parlato sopra), e si fanno andare a fuoco basso per una decina di minuti; dopodiché si aggiungono le fave,  altro brodo, poi i piselli. A questo punto saliamo e portiamo tutto quasi a cottura, aggiungiamo della menta e del basilico fresco, abbondate se vi piace. Tagliamo l’insalata romana a listarelle e la cuociamo per 30 secondi (lasciatela un po’ croccante). Il mio tocco? Prendete del pepe in grani e in un padellino tostatelo due minuti, con la lama di un coltello o con un pestello schiacciatelo e mettetelo nella vignarola, sprigionerà tutto il suo aroma. I romani da ultimo ci grattano sopra del pecorino romano, perché dicono che con le fave ci sta bene .

Buon appetito!”

Che altro aggiungere? Potremmo parlare degli ortaggi, della stagionalità, dell’olio extra vergine di oliva, del sale, del significato di dieta sostenibile, del tempo, del cucinare, della fibra, dell’indice glicemico…

Un’altra volta. Adesso, facciamo la spesa e cuciniamo! 😉

 


Studio

A Prato, nella zona di Paperino,
presso gli Studi Medici della P.A.
Prato Sud
in via Fosso del Masi 110/112

Contatti

Telefono:
Per informazioni o per prenotare
un appuntamento: (+39) 349 55 81 944

Email:
erika.rossi@assaporalasalute.it dott.erikarossidietista@gmail.com
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