Sale

Dott.ssa Erika Rossi
10 febbraio 2023
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Oggi parliamo di legumi!

Come sanno i miei pazienti, nei miei piani di trattamento dietetico i legumi hanno una frequenza settimanale che li rende protagonisti (tant’è che alcuni mi chiedono uno “sconto”: posso mangiare i legumi una volta in meno a settimana? 😉 ). D’altronde i legumi sono alla base della piramide della Dieta Mediterranea (che prevede il consumo di almeno 2 porzioni di legumi a settimana).

Il 10 febbraio di ogni anno celebriamo la Giornata mondiale dei legumi (promossa dalla Fao), quest’anno il tema è: I legumi per un futuro sostenibile.

Infatti, le leguminose – ceci, fagioli, piselli, lenticchie, ma anche molti altri! – hanno un impatto idrico e ambientale molto basso, e sono anche azotofissatrici, ovvero hanno la capacità di fissare l’azoto atmosferico nel terreno, fertilizzandolo naturalmente.

Oltre ad apportare un beneficio alla nostra salute tramite un positivo impatto sulla salute del pianeta, apportano anche vantaggi molto diretti (che può succedere troviamo più interessanti) alla nostra salute. Secondo la FAO, i legumi apportano 10 fondamentali benefici, approfondiamoli insieme. I legumi:

  1. Hanno un basso contenuto di grassi e non contengono colesterolo, quindi, il loro consumo, in sostituzione di alimenti ricchi di acidi grassi saturi, aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
  2. Hanno un basso contenuto di sodio (e il cloruro di sodio, cioè il sale, è coinvolto nella regolazione della pressione arteriosa). Se li acquisti già cotti, sciacquali bene prima di mangiarli.
  3. Sono una fonte di proteine vegetali e, mangiandoli insieme a cereali (riso, pane, pasta di grano…), si crea un apporto proteico paragonabile a quello dei prodotti di origine animale.
  4. Sono una buona fonte di ferro (indispensabile per il trasporto e l’utilizzazione dell’ossigeno nell’organismo e per il funzionamento di molti enzimi). Puoi migliorarne l’assorbimento abbinandoli ad alimenti contenenti vitamina C (es. succo di limone).
  5. Sono una fonte di potassio, che ha un ruolo fondamentale in molti processi fisiologici.
  6. Sono ricchi in fibra, che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (e non solo).
  7. Sono un’ottima fonte di folati, che sono fondamentali durante la gravidanza per prevenire i difetti del tubo neurale nel neonato.
  8. Possono essere conservati per lungo tempo senza perdere le loro caratteristiche nutrizionali, aiutando così ad adottare una dieta varia, soprattutto per i paesi più poveri.
  9. Hanno un basso indice glicemico, aiutando così a regolarizzare la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) e quella dell’insulina, rendendoli ideali per il controllo del peso.
  10. Sono naturalmente privi di glutine, questo li rende un’ottima opzione per i celiaci.

Non ci resta che andare a preparare una bella… pasta e fagioli!

A presto 🙂


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Questo bel piatto cucinato da una paziente, che ringrazio per la foto, mi dà l’occasione di ricordare due cose:

💡 Tutti i sensi sono coinvolti quando mangiamo e, se ci prendiamo cura di comporre un bel piatto, nutriremo gli occhi e soddisfaremo lo stomaco. Nella portata in foto ci sono melanzane grigliate, pomodori freschi, 50 g di provola, un cucchiaio di olio extra vergine di oliva e origano.

💡 La seconda cosa da ricordare è quanto siano importanti i formaggi nella nostra alimentazione. In Italia abbiamo una grande varietà di formaggi, in questa bella varietà abbiamo la possibilità di scegliere prodotti di qualità. Ma perché sono importanti i formaggi? Faccio un esempio col Parmigiano Reggiano, formaggio molto diffuso, che su 100 g ha:

🙂 1159 mg di calcio! Se considerate che il fabbisogno di calcio giornaliero per gli adulti è stabilito a seconda dell’età tra i 1000 mg e i 1200 mg, capite che i formaggi sono un aiuto indispensabile.

🙂 33,5 g di proteine di elevata qualità (cioè una elevata capacità di soddisfare le necessità metaboliche dell’organismo per amminoacidi ed azoto).

Attenzione, però, perché su 100 g ha anche:

😐 0,556 g di sodio, la cui assunzione giornaliera non dovrebbe superare i circa 2 g;

😐 387 Kcal.

Quindi? Consumiamo i formaggi facendo attenzione alla qualità, alla frequenza e alla quantità e, siccome la quantità dovrà essere moderata (per un formaggio stagionato la porzione standard è di 50 g), curiamo l’impiattamento.

Buon appetito! 😎

 


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Ricorre oggi la Giornata Mondiale del Rene.

Quante pubblicità vediamo di prodotti o diete detox? La migliore azione detox che possiate fare è prendervi cura dei vostri reni! Come?

Ecco 8 regole dal sito World Kidney Day liberamente, sinteticamente tradotte e commentate da me:

  1. Mantieniti in forma e attivo. Dobbiamo scriverlo di nuovo? Muoversi fa bene ad ogni parte di noi: corpo, comprensivo di tutti gli organi, e quindi anche dei reni, e mente.
  2. Controlla regolarmente la tua glicemia (il diabete danneggia i reni)
  3. Controlla la tua pressione arteriosa: molti quando pensano alle conseguenze negative dell’ipertensione pensano ad ictus o ad infarti, ma l’ipertensione danneggia anche i reni!
  4. Mangia in modo salutare e monitora il tuo peso: sei sul sito giusto! 😉 In particolare ricordati di controllare l’assunzione di sale (massimo 6 g al giorno)
  5. Bevi quotidianamente la giusta quantità di liquidi: è importante per permettere al rene di eliminare l’urea e altri prodotti di scarto del nostro metabolismo. Quanta acqua? Dipende dal sesso, dall’età, dal clima, dall’attività fisica, da se siamo in gravidanza o se stiamo allattando… Comunque almeno 1,5 – 2 litri.
  6. Non fumare
  7. Non abusare di farmaci. Attenzione soprattutto ai farmaci che non hanno bisogno di richiesta medica, per i quali la percezione dei possibili effetti avversi è più bassa.
  8. Controlla la tua funzionalità renale se hai uno dei seguenti fattori di rischio: diabete, ipertensione, obesità, un tuo genitore ha una malattia renale, sei di origine africane, asiatiche o aborigene.

8 Golden Rules


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Buongiorno! 🙂

Una paziente mi ha raccontato di essersi dedicata alla lettura delle etichette per scegliere lo yogurt da acquistare e di essere stata interrogata dal marito, che l’accompagnava, sul perché si trovasse ancora al reparto frigo dopo vari minuti. La paziente ha risposto: «La dietista mi ha spiegato che devo leggere le etichette, ho bisogno di tempo!».

Sperando di non creare screzi nelle coppie 😉 , mi accingo a proseguire con l’analisi dei valori nutrizionali riportati in etichetta. Lo scorso mese abbiamo imparato a confrontare l’energia e gli acidi grassi saturi degli alimenti che scegliamo (https://www.assaporalasalute.it/mini-guida-alle-etichette-prima-parte/).

Valori medi per: 100 g
Energia … Kj/… Kcal
Grassi

di cui acidi grassi saturi

… g

… g

Carboidrati

di cui zuccheri

… g

… g

Fibre … g
Proteine … g
Sale … g

 

Oggi iniziamo dai carboidrati. I Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia (LARN) ci informano che per gli adulti e gli anziani in salute tra il 45% e il 60% dell’energia totale della dieta dovrebbe provenire dai carboidrati. Quindi, almeno la metà dell’energia totale giornaliera! Eppure spesso si hanno “suggerimenti” proprio in senso opposto 🙄 , ma questo argomento l’ho già affrontato (https://www.assaporalasalute.it/i-carboidrati-questi-sconosciuti/).

Oggi, invece, vorrei soffermarmi sugli zuccheri (carboidrati disponibili presenti in forma monosaccaridica o disaccaridica), per i quali, invece, i LARN propongono un obiettivo nutrizionale per la prevenzione secondo il quale dovrebbero fornire meno del 15% dell’energia giornaliera della dieta. Obiettivo nutrizionale per la prevenzione significa che il valore proposto, se rispettato, determina la riduzione del rischio di malattie cronico-degenerative nella popolazione generale.

Veniamo alla fibra. Argomento interessante ed ampio. La fibra alimentare è rappresentata dai carboidrati non disponibili, cioè quelli che, passando indigeriti per l’intestino tenue, diventano substrati per il microbiota intestinale. L’obiettivo nutrizionale per la prevenzione negli adulti è di consumare almeno 25 g al giorno di fibra alimentare.

Il sale. Poniamo attenzione ai g di sale indicati in etichetta, perché la maggior fonte di sale nella dieta italiana è costituita dal sale aggiunto nei prodotti trasformati, spesso anche in prodotti che non sospetteremmo (prodotti dolci).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come obiettivo per la popolazione adulta un valore inferiore ai 5 g di sale al giorno. Rimanere al di sotto dei 5 g al dì (circa un cucchiaino) aiuta a ridurre la pressione arteriosa e il rischio di malattie cardiovascolari (http://www.who.int/en/news-room/fact- sheets/detail/salt-reduction).

Quindi, concludendo il nostro viaggio in quella parte dell’etichetta che è costituita dai valori nutrizionali, abbiamo imparato che, confrontando prodotti della stessa categoria merceologica (questo è importante, perché è ovvio che se confronto il burro col miele, il burro avrà molti grassi saturi e il miele molti zuccheri, per fare un esempio “estremo”) porremo attenzione a:

  • acidi grassi saturi
  • zuccheri
  • sale

e preferiremo quei prodotti che ne contengono una quantità minore 💡 , e porremo attenzione alla:

  • fibra

preferendo quei prodotti che ne contengono di più (meglio se naturalmente di più). 💡

 

Visto che con dedizione i maestri e le maestre ci hanno insegnato a leggere in tenera età, sfruttiamo questa nostra competenza e leggiamo!!! Anche le etichette 😎


Studio

A Prato, nella zona di Paperino,
presso gli Studi Medici della P.A.
Prato Sud
in via Fosso del Masi 110/112

Contatti

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