Sazietà

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Oggi parliamo di cicerchia.

La cicerchia è un legume, quella coltivata in Umbria è riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT). I PAT, come stabilito nel DECRETO 8 settembre 1999, n. 350, sono dei prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, per un periodo non inferiore ai venticinque anni.

La cicerchia prima era un legume più conosciuto e consumato con maggiore frequenza, io vi propongo questa semplice e gustosa ricetta che ha creato Franceschina:

Ingredienti per una persona:

  1. cicerchia decorticata: 50 g (pesata cruda)
  2. pane integrale senza sale: 50 g
  3. carota, sedano, cipolla, rosmarino: quanto basta
  4. due pomodorini
  5. un cucchiaio di olio extravergine di oliva

Procedimento:

Lavate bene la cicerchia sotto l’acqua corrente; preparate un battuto di sedano, carota e cipolla. Mettete tutto in una pentola con un po’ d’acqua, due pomodorini e un po’ di rosmarino. Fate cuocere per circa 20 minuti e nel frattempo tagliate e tostate il pane (in questo caso il pane è preparato direttamente dalla cuoca!). Mettete la cicerchia nel piatto, adagiatevi sopra i crostini di pane e condite con l’olio extra vergine di oliva.

Se a questo aggiungete una porzione di verdura di stagione, avrete un pasto gustoso, sano (i legumi abbinati ai cereali sono un’ottima fonte di proteine; inoltre sono ricchi di fibre, quindi sono più sazianti e mantengono più a lungo il senso di sazietà, infine, hanno un medio effetto lassativo) e anche amico del clima (per esempio, in questo pasto non avrete consumato carne da allevamenti intensivi).

Buon appetito! 🙂

 



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Buon Martedì Grasso!

Grazie all’aiuto di una cuoca fantasiosa, vi propongo un’idea per mangiare un primo piatto e un secondo piatto belli e buoni dal punto di vista della composizione in nutrienti e del gusto.

Per il primo piatto, abbiamo 40 g di tagliatelle all’uovo (peso a crudo), circa 50 g di ricotta amalgamata con pomodorini e cipolla freschi.

Per il secondo piatto, foglie di radicchio rosso, circa 70 g di ricotta, pomodorini freschi e origano.

Aggiungete un frutto fresco per finire e… il pranzo è servito! 😀

Ovviamente i pesi degli ingredienti varieranno a seconda del regime dietetico che state seguendo 😉


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Buongiorno! 🙂

Il 2018 è iniziato da quasi un mese, ormai, ed io ho quasi ultimato le visite di monitoraggio del peso di pazienti che per l’ultima volta avevo incontrato prima di Natale.

Questo mi fornisce lo spunto per l’argomento di questo articolo: gli ingozzatori. Non che ci si imbatta in questi solo durante le festività, certamente, però, più spesso durante le feste, dato che aumentano le occasioni conviviali.

Gli ingozzatori sono quelli che ti invitano a casa propria con l’unico scopo di alimentarti il più possibile. Scrutano con attenzione il tuo piatto e, quando sta per svuotarsi – non aspettano neppure che sia vuoto – lesti, lo riempiono. A un timido cenno di protesta, possono rispondere in più modi, ma in generale, le opzioni più frequenti rientrano in due categorie:

  • Non ti piace?!?
  • Non sarai mica a dieta?!?

In un caso si insinua il senso di colpa, nell’altro quello di vergogna.

E non è detto che questi ingozzatori agiscano soltanto a casa, possono trovarsi anche a cene organizzate in locali, o a buffet di festeggiamenti.

Come difendersi senza risultare scortesi?

In un libro interessante ed utile per molti aspetti* ho trovato un paragrafo dedicato proprio alle strategie per dire no a questi ingozzatori.

Una tattica potrebbe essere quella di prendere una minuscola porzione iniziale, lodare ogni (piccolo) boccone che mangiamo e poi chiederne con entusiasmo un’altra. A questo punto, dovremmo poter tranquillamente declinare il tris, visto che abbiamo richiesto il bis!

Tuttavia, se il pranzo prevede dieci portate, può essere necessario semplicemente dire no:

  1. Sembra davvero delizioso. Se solo avessi ancora del posto!
  2. Non riesco davvero a mangiare un boccone in più.
  3. Se ne mangio un altro morso, esplodo. Mi piacerebbe, però, poterne portare un po’ a casa!
  4. Mamma, so che vorresti che io ne mangiassi di più, ma sono pieno. Visto che il cibo è il tuo modo per esprimermi affetto, perché, invece di riempirmi il piatto, non mi dai un abbraccio?

Vi assicuro, per esperienza personale, che la numero tre riscuote molto successo, gratifica molto la cuoca o il cuoco e, inoltre, vi fa risparmiare il giorno dopo il tempo ai fornelli. Ma non esagerate con la quantità che vi portate a casa! 😉

Vorrei aggiungere altre due possibili strategie per declinare.

La prima è di una mia paziente che, quando le amiche insinuano che lei mangi troppo poco perché a dieta, risponde:

  1. Non sono a dieta, semplicemente non voglio ingrassare!

L’altra l’ho vista in atto ad un rinfresco serale dopo una riunione. Alcune donne avevano cucinato dolci molto appetitosi e li offrivano con entusiasmo, riuscendo a vincere varie proteste.

Una signora anziana, sorridendo e guardando negli occhi l’ingozzatrice, disse semplicemente:

  1. Grazie, ma non ho fame.

Che semplicità!

Ricordiamolo: quando siamo in salute, si mangia, quando si ha fame (biologica). Non per noia, gola, nervosismo, accondiscendenza…

Si mangia, se, e solo se, si ha fame!

 

Buon 2018 in forma! 😎

 

*Breitman, P., Hatch, C. How to say no without feeling guilty. 2000


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Buon giorno! ?

Parliamo delle sere in cui “non ho tanta fame”. Capita che i pazienti raccontino di essersi trovati delle sere a non avere tanta fame e ad aver così deciso di mangiare latte e biscotti, tè e colomba (o panettone, dipende dalla festa più vicina) e varianti varie di qualcosa di caldo con qualcosa di dolce inzuppato dentro.

«Ho fatto bene dottoressa?» Eh, che domanda! Analizziamo alcuni aspetti.

Se non si ha tanta fame (e si è in salute), vediamo prima di tutto di capire quanta è questa poca fame. Se 0 equivale a “non ho fame” e 4 equivale a “muoio di fame”, che voto diamo alla nostra fame? Se è 0 o 1, non mangiamo! Ascoltiamo il nostro corpo: si introduce cibo quando c’è una fame biologica, se non c’è, significa che non c’è bisogno di mangiare (sempre in caso di persone in salute). Se abbiamo fame da 2 o da 3, mangiamo. Cosa? Facciamo alcuni conti!

  • Tazza media (250 ml) di latte intero con 5 biscotti frollini: circa 400 Kcal.
  • Tè con un cucchiaio di zucchero e una fetta di colomba semplice (senza farciture): circa 310 Kcal.
  • Una fetta di pane, 100 g di carne bianca, verdura e un cucchiaio di olio EVO siamo sulle 370 Kcal.

Insomma, limitandoci a considerare solo l’aspetto energetico e non quello della composizione in macro e micronutrienti, emerge che latte&biscotti (e simili) superano come calorie quelle di una vera e propria cena, e danno un senso di sazietà inferiore. Se decidiamo di mangiarli, almeno non illudiamoci di aver fatto una cena leggera! 😉


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A Prato, nella zona di Paperino,
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