sicurezza alimentare

Dott.ssa Erika Rossi
20 novembre 2018
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Buongiorno! 🙂

Spesso i pazienti mi chiedono un parere su quanto visto in televisione o letto sul web o su riviste o sentito dire da conoscenti. Queste domande mi forniscono lo spunto per parlare oggi di… fake news, cioè, di notizie fasulle nel settore dell’alimentazione e della nutrizione.

Questo articolo ha tre obiettivi:

  1. Fornire un aiuto per individuare una fake news.
  2. Mettere in luce che prendere per vera una notizia falsa ha un costo.
  3. Indicare alcuni siti internet in cui trovare notizie basate su evidenze scientifiche.

In una position (opinione) del 2006* l’associazione che riunisce i dietisti degli Stati Uniti ha dichiarato che la cattiva informazione sul cibo e sulla nutrizione può avere conseguenza dannose sulla salute, sul benessere e sulle spese dei consumatori.

Come primo passo, chiariamo le differenze tra un’informazione corretta e una falsa informazione.

➡ Quali caratteristiche deve avere una informazione corretta sull’alimentazione?

Deve essere il risultato di un significativo accordo scientifico derivante da studi che abbiano superato la peer review (letteralmente, recensione da parte dei pari grado, una valutazione critica da parte di altri specialisti anonimi) e che siano replicabili.

Quindi, se voglio perdere peso, posso chiedere informazioni all’estetista che darà un’opinione in base alle sue conoscenze, ma poi lo chiederò anche a un dietista che ha la competenza per fornire informazioni corrette su alimentazione e nutrizione.

Ugualmente, se voglio aumentare la massa magra, potrò chiedere informazioni al personal trainer, che sicuramente ha un’esperienza personale, poi mi rivolgerò al professionista della salute di riferimento per alimentazione e nutrizione, cioè al dietista.

Un’opinione personale sull’alimentazione non rappresenta un significativo accordo scientifico.

➡ La disinformazione, invece, consiste di erronee, incomplete, ingannevoli comunicazioni prive di una base scientifica.

Per esempio, irragionevoli ed esagerate convinzioni che mangiare o non mangiare determinati cibi o nutrienti possa curare una malattia, apportare benefici speciali alla salute o far perdere rapidamente peso.

Oppure pubblicità ingannevoli che possono esagerare le qualità benefiche di un alimento e le vere e proprie frodi alimentari. Su entrambe le problematiche c’è vigilanza da parte dello Stato e dell’Unione Europea.

Cosa dovrebbe farci pensare che ci troviamo di fronte a una fake news? 💡

  1. Un consiglio che prometta una soluzione rapida.
  2. Catastrofici avvertimenti di danni che possano derivare dal consumo di un singolo alimento.
  3. Tutto ciò che sembri troppo bello per essere vero.
  4. Conclusioni semplicistiche derivate da uno studio complesso.
  5. Raccomandazioni basate su un solo studio.
  6. Affermazioni “teatrali” rifiutate da rispettabili organizzazioni scientifiche.
  7. Liste di cibi “buoni” e cibi “cattivi”.
  8. Consigli confezionati per vendere uno specifico prodotto.
  9. Raccomandazioni basate su studi pubblicati senza valutazione critica da parte di specialisti nazionali e internazionali anonimi.
  10. Raccomandazioni derivate da studi che ignorino le differenze individuali o dei gruppi di popolazione.

➡ Quali sono i costi della disinformazione in ambito alimentare?

Nel breve periodo, si può avere un danno sia perché si può rimandare la ricerca di un professionista della salute e l’applicazione di pratiche affidabili sia per il consumo di alimenti o prodotti che interagiscano con farmaci che si stanno assumendo. Il danno economico lo si ha sia perché i prodotti acquistati non realizzano quello che avevano promesso, sia perché sono stati acquistati senza che ce ne fosse necessità.

Nel lungo periodo, il paziente può perdere fiducia nelle sue capacità di condurre un sano stile di vita e anche perdere fiducia nei risultati di nuove ricerche scientifiche correttamente condotte.

❓ Dove possiamo trovare informazioni corrette, cioè basate sull’evidenza di dati acquisiti (evidence-based), in merito all’alimentazione?

Propongo un mini-elenco, assolutamente non esaustivo, ed includo solo siti internet con materiale divulgativo, cioè che proponga spiegazioni attraverso esposizioni chiare, senza tecnicismi, e insieme sufficientemente sistematiche, insomma, con materiale anche per i non addetti ai lavori.

Per chi legge anche la lingua inglese, suggerisco:

  1. http://www.who.int/topics/diet/en/#

Il sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un riferimento non solo per l’alimentazione.

  1. https://www.eatright.org/

Sito curato da The Academy of Nutrition and Dietetics, l’organizzazione dei dietisti degli Stati Uniti.

  1. https://www.cdc.gov/healthyweight/

Il Center for Desease Control and Prevention, organismo del Dipartimento della Salute statunitense, che si occupa non solo di alimentazione.

In italiano:

  1. https://www.efsa.europa.eu/it

Il sito dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, dove si trova anche materiale molto tecnico.

  1. salute.gov.it/portale/salute/p1_4.jsp?lingua=italiano&area=Vivi_sano

Il sito del nostro Ministero della Salute.

  1. http://www.andid.it/area-cittadini

Questo è il sito dell’Associazione Nazionale Dietisti. Adesso siamo in una fase di transizione, poiché, finalmente, è stato istituito l’albo con il decreto del 13 marzo 2018. Comunque, il 7 novembre 2018, il Ministero della Salute ha pubblicato sul proprio portale l’elenco di 293, tra società scientifiche e associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie, abilitate a produrre linee guida cui gli operatori sanitari dovranno attenersi nello svolgimento della propria attività. Nell’elenco si trova ASAND (Associazione tecnico Scientifica dell’Alimentazione, Nutrizione e Dietetica dei Dietisti italiani) che proseguirà il lavoro avviato e portato avanti da ANDID: https://www.asand.it/

Buona lettura! 😉

💡 Ricordiamoci che nessuno di noi può sapere tutto, in caso di dubbio sull’alimentazione è saggio chiedere informazioni a uno specialista dell’alimentazione.

 

* Position of the American Dietetic Association: Food and Nutrition Misinformation


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Buongiorno 🙂 ,

oggi parliamo di microrganismi (ci concentreremo sui batteri) e sicurezza alimentare. È un argomento che, purtroppo, per mancanza di tempo, non capita spesso di affrontare con i pazienti. Più nello specifico, parliamo di come tentare di evitare le malattie batteriche trasmesse dagli alimenti, ricordando che “I rischi microbiologici dei prodotti alimentari costituiscono una delle principali fonti di malattie umane causate dagli alimenti” (Regolamento (CE) n. 2073/2005).

Distinguiamo, prima di tutto, tra infezioni, intossicazioni e tossinfenzioni alimentari:

  • infezione: la contraggo se consumo un alimento che contiene batteri vivi in quantità sufficiente da provocarmi una patologia. Un esempio  sono batteri del genere Salmonella che causano, appunto, la salmonellosi.
  • Intossicazione: in questo caso il batterio ha prodotto delle tossine che io ingerisco con l’alimento e sono le tossine a causarmi la malattia, non importa che l’alimento contenga anche il batterio vivo. Un esempio è la neurotossina, prodotta dal batterio Clostridium Botulinum, che causa il botulismo.
  • Tossinfezione: è una combinazione delle due prime forme. Il microrganismo che causa la patologia deve essere presente in quantità elevate nell’alimento e, dopo essere stato ingerito e aver colonizzato l’intestino, produrre e liberare una tossina, cui è attribuibile la gran parte dei segni e sintomi specifici. Un esempio è il Clostridium perfringens.

Questa introduzione per arrivare a rispondere questa domanda: ci sono delle buone pratiche da adottare per evitare il rischio di incorrere in infezioni, intossicazioni o tossinfezioni alimentari?

Certamente.

  1. Lavarsi le mani. Prima di iniziare a cucinare e durante la preparazione dei cibi, dopo aver toccato alimenti crudi. E anche prima di mangiare!
  2. Lavare i piani di lavoro e gli utensili. Attenzione a non usare lo stesso tagliare per pulire, ad esempio, il pollo e poi per tagliare il finocchio da mangiare crudo.
  3. Tenere pulito e in ordine il frigorifero (non sovraccaricarlo!), e non conservare alimenti crudi a contatto con alimenti cotti o pronti al consumo.
  4. Attenzione alle temperature. Tutti i batteri hanno un intervallo di temperatura in cui vivono e in cui si moltiplicano. Quasi tutti vivono molto bene a temperatura ambiente, soprattutto alle temperature estive. Quindi: vietato conservare a temperatura ambiente gli avanzi di alimenti. Lasciare il pollo arrosto avanzato sul piano della cucina è come creare un villaggio vacanze per i batteri! 😮 Gli avanzi si conservano in frigorifero. Rimarranno fuori solo il tempo necessario per raffreddarsi quel tanto che basta per essere accolti in frigorifero. Si consumeranno, poi, solo dopo averli ben riscaldati, in modo che al centro dell’alimento si raggiungano i 70°C. Suggerirei anche di scegliere con lungimiranza le quantità di cibo da cucinare, così da evitare di avere degli avanzi ed eliminare il problema alla radice. 😉
  5. Se si preparano gli alimenti in anticipo rispetto al momento previsto per la somministrazione, conservarli al caldo, a una temperatura superiore ai 65°C.
  6. Sempre sulla temperatura. Non si scongela a temperatura ambiente! Similmente che per gli avanzi, anche, ad esempio, un pesce lasciato a scongelarsi nell’acquaio è un ottimo parco divertimenti per i batteri. 😮 Non si scongela neppure sotto acqua corrente fredda o calda. Se non si può passare l’alimento direttamente dal congelatore alla pentola, lo si metterà in frigorifero 10/12 ore prima del consumo. Oppure, si userà il forno a microonde.

Non tutti siamo ugualmente suscettibili, a parità di alimento, di batterio e di accorgimenti seguiti, alle malattie trasmesse dagli alimenti. La reazione dipenderà soprattutto dal funzionamento del sistema immunitario, quindi particolare attenzione dovranno prestare i bambini e gli anziani, persone con altre patologie o persone denutrite, e anche le donne in gravidanza.

Conoscere = prevenire! 😎

http://www.who.int/foodsafety/publications/5keysmanual/en/


Studio

A Prato, nella zona di Paperino,
presso gli Studi Medici della P.A.
Prato Sud
in via Fosso del Masi 110/112

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